EDITORIALE
CHE COSA CE NE FACCIAMO DEL NATALE? Il desiderio umano tende sempre a determinati beni concreti e tuttavia si trova di fronte all interrogativo su che cosa sia davvero «il» bene... Che cosa può davvero saziare il desiderio dell uomo? Ogni bene sperimentato, ogni desiderio che si affaccia al cuore umano si fa eco di un desiderio fondamentale che non è mai pienamente saziato. L uomo, in definitiva, conosce bene ciò che non lo sazia, ma non può immaginare o definire ciò che gli farebbe sperimentare quella felicità di cui porta nel cuore la nostalgia. Rimane il mistero: l uomo è cercatore dell Assoluto, un cercatore a passi piccoli e incerti un «mendicante di Dio». Possiamo dire con le parole di Pascal: «L uomo supera infinitamente l uomo. Gli occhi riconoscono gli oggetti quando questi sono illuminati dalla luce. Da qui il desiderio di conoscere la luce stessa, che fa brillare le cose del mondo e con esse accende il senso della bellezza. L uomo porta in sé un misterioso desiderio di Dio. Benedetto XVI
È bene chiedersi Cosa ce ne facciamo del Natale? , questo evento che ci accompagna dalla nascita alla fine della nostra esistenza terrena e che scatena in noi sentimenti, talora contrastanti, per quanto ci offre. Di certo, l unico sentimento che non riusciamo ad attribuire al Santo Natale è l indifferenza. Qualcuno, nel tentativo di voler ignorare il Santo Natale, si impone di non pensarlo e di non vederlo, ma così facendo lo porta dentro con maggior forza e preponderanza, facendo emergere la forza di quel simbolo: un bambino appena nato, indifeso e apparentemente ignorabile, ma potente e inviolabile nella sua fragilità.
Quando vedo il Bambino della mangiatoia, ripenso ai tanti esempi di fragilità che mi circondano e le immagini diventano così chiare da non lasciare alla mia indifferenza il sopravvento. Anzi, mi si stringe la gola per l emozione e quella stretta ruba dai miei occhi una lacrima di umanità che riflette la luce bella del mondo, senza che io possa coglierne pienamente il mistero.
Penso ai bambini senza speranza, alle persone martoriate nei conflitti, agli anziani soli e fragili, agli ammalati e agli invisibili, e chiedo a Dio di donare agli indifferenti, che non esistono, soltanto un grammo della loro Dignità violata, per rubare da quegli occhi distaccati anche solo una lacrima che permetta loro, in un momento inaspettato, di cogliere la Luce che, solamente il sale sapiente di quella lacrima, può riportare a intuire la dimensione divina e pur misteriosa dell esistenza dell universo.
BUON NATALE A TUTTI.
Monsignor Cristiano Falchetto Presidente della Fondazione
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